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Studio e Tecnica delle scarpette da punta, presso la nostra scuola

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Lo studio della tecnica di punte si inizia intorno agli 11-12 anni, solo dopo che il corpo dell’allievo è stato preparato adeguatamente nei corsi accademici per poter ballare sulle punte senza danneggiare la sua crescita.

Nei primi anni sulle punte, l’obiettivo è quello di rafforzare e stimolare i muscoli del corpo nella maniera corretta; solo attraverso esercizi specifici si ha un’adeguata preparazione fisica e tecnica. La lezione si compone di esercizi alla sbarra e in centro, che gradualmente crescono di difficoltà d’esecuzione.

Grazie all’esercizio la giovane ballerina rafforza la postura, la dinamicità e la leggerezza, fondamentali per poter ballare in punta. Con lo studio della tecnica di punte le ragazze raggiungono il loro più grande sogno.

La danza classica si è arricchita attraverso i secoli di nuovi apporti tecnici come la tecnica delle punte nata nel XIX secolo, quando le ballerine come creature soprannaturali danzano sulle punte dei piedi, incarnazioni perfette degli ideali del Romanticismo che proprio allora influenzava il mondo artistico in Europa.

Da allora la tecnica punte si è evoluta al pari dei passi della danza classica a seconda delle scuole delle varie nazioni portando sempre più virtuosismo nella danza classica e neoclassica.

La pratica delle punte non può cominciare prima dei 10-12 anni, quando i muscoli potranno sostenere il corpo e rispondere alle sollecitazioni delle caviglie. Indossare le scarpette da punta troppo presto può causare gravi lesioni a livello delle ossa del piede non ancora perfettamente formato in un’età più precoce. Oltretutto è indispensabile avere un’impostazione corretta del corpo prima di poter passare al lavoro sulle punte.

Per quello che riguarda gli adulti, il lavoro sulle punte dovrà passare attraverso il giudizio del vostro professore di danza, certo il piede è formato, ma dovrà valutare che le vostre caviglie, le vostre gambe siano sufficientemente solide e che la vostra colonna vertebrale sufficientemente “piazzata” per sostenere il peso del vostro corpo su uno o due piedi.

Ma non spaventatevi, per le adolescenti e gli adulti basteranno un po’ di pazienza e di lavoro per poterci arrivare.

Sicuramente all’inizio potrà sembrare ancora più faticoso di quanto non lo sia realmente, ma con i giusti consigli la capacità di salire sulle punte diventerà sempre più naturale. Sarà ancor più importante portare avanti un buon lavoro durante la “normale” lezione di danza classica sulle mezze punte per poter poi avere i migliori risultati durante la classe di punte.

Quindi con delle buoni basi di danza classica a qualsiasi età sarà possibile avvicinarsi al lavoro sulle punte, dopo un’attenta valutazione del professore dal punto di vista anatomico, atletico e tecnico, avendo prima di tutto cura del benessere dei suoi allievi!

 

Che punta usiamo?

Le punte: un sogno per chi inizia a studiare la danza classica, che diventa castigo, quando dopo diversi anni di esercizi preparatori, si possono calzare le sospirate punte ma proprio in quel momento iniziano i dolori. Il piede è costretto in un involucro innaturale, ma è l’unico e insostituibile oggetto che consente di eseguire gli esercizi base, a costo di sacrifici. Fulcro di ogni movimento, il piede si adatta via via alla punta: vesciche, calli sono niente in confronto alle modifiche che possono portare a patologie anche nella postura, allineamento del bacino e della spina dorsale, per non parlare delle modificazioni che subiscono anche le fasce muscolari e tendinee.

La scarpetta non è, come spesso erroneamente si pensa, uno strumento di tecnica, ma è solo un “mezzo” e dunque prima di iniziare lo studio delle punte bisogna valutare  la capacità di  sostenere la caviglia ed il piede  nei fondamentali, e questo vuol dire avere una buona tecnica di base. Da ultimo bisogna considerare la “dote anatomica” del “collo piede”; perchè esistono piedi che sono più dotati (più cavi, magari più “forti”), altri invece meno, ma entrambi potranno studiare la punta.

Avere la giusta scarpetta da punta è fondamentale perché una punta inadatta concentrerà gli stress meccanici in aree ristrette del piede, generando tendinopatie e sovraccarichi articolari. Il dolore farà usare male il piede e genererà errori tecnici, in un circolo vizioso: scorretto uso del piede, consumo anomalo della scarpetta (il puntale infatti dovrebbe essere sempre simmetricamente consumato), difficoltà ad usarla. Il piede dovrebbe già essere pronto per la punta, la scarpetta potrà migliorare l’estetica del piede sviluppando doti anatomiche e tecniche già presenti, ma se un piede non ha “sostegno della caviglia”, difficilmente diventerà un piede ben “sostenuto” o il suo “collo del piede” molto sviluppato.

«Non esiste una vera età per la punta in quanto dipende dallo sviluppo personale della bambina, dalla sua età formativa che non corrisponde con l’età anagrafica – afferma Luana Poggini, docente all’Accademia Nazionale di Danza a Roma -. È importante che l’allieva abbia alle spalle alcuni anni di esercizi propedeutici, per rinforzare il collo del piede, e un buon sviluppo muscolare che permette il controllo completo del proprio corpo.
Per questa ragione, si tende a far coincidere l’inizio dello studio della punta verso i 10/11 anni, momento in cui lo sviluppo scheletrico è avvenuto e in cui si acquista capacità di controllo tecnico e allineamento del corpo».